venerdì 29 maggio 2015
giovedì 28 maggio 2015
Jean-Jacques Rousseau - EMILIO
da: EMILIO
(...). In capo a sei mesi, considerare di nuovo il medesimo giovane e non lo riconoscerete più; propositi liberi, massime di alto tono, modi spigliati, lo farebbero prendere per un altro uomo, se le facezie sulla sua primitiva semplicità, la sua vergogna quando gliela rammentano, non mostrassero ch'egli è lo stesso e che ne arrossisce. O a quel punto si è formato in poco tempo si è formato in poco tempo! (...). Le prime voluttà sono sempre misteriose; il pudore le condisce e le nasconde: la prima amante non rende sfacciati, ma timidi. Tutto assorto in uno stato così nuovo per lui, il giovane si raccoglie per gustarlo, e trema sempre di prenderlo. Se è strepitoso, non è né voluttuoso né tenero; finché si vanta non ha goduto. (...)
mercoledì 27 maggio 2015
Mauro Praga - LA BIONDINA
LA BIONDINA
1.
Il sole entrava dall'ampio finestrone a inondare di luce lo studio vastissimo, dove Giacomo Burton lavorava, dall'alba al tramonto. Due delle grandi pareti erano coperte da grandi tavole di disegni, modelli di macchine; sulla terza, di contro al finestrone, era una sfilata di mensole chiare di larice, con tutte le fiale ed i vasi bianchi ed azzurri, piedi di minerali e di acidi, nella gamma allegra di colori che la chimica possiede. Qua e la, e negli angoli, sul pavimento, erano pezzi di macchine, e pile, e fornelli. Un terzo della stanza era occupato da due lunghe tavole da disegno poggianti su cavalletti altissimi: sulle tavole, cosparse di compassi e di regoli, spioveva una gran luce dall'ampia vetrata. Tutto, la dentro, era semplice, rigido, severo, ordinato; tutto, fuorché il breve spazio racchiuso dall'angolo a destra del finestrone, dove era un divano e due poltroncine di tela russa con un'alta bordatura di azzurro fissata da borchiette d'oro: e, steso dinanzi ad essi, un rosso tappeto a fiorami oscuri; e, sulla parete, a coprire il bianco della muraglia, una stoffa drappeggiata con arte, che inquadrava una grande fotografia di donna racchiusa in una semplice cornice d'abete. Quell'angolo, come un salottino non ricco ma civettuolo, introdottosi quasi furtivo in quel tempio severo del lavoro, era Adelina che l'aveva voluto, che l'aveva imposto a suo marito. ...
FRANCESCO DE GREGORI - Poeti per l'Estate (1985)
FRANCESCO DE GREGORI - Poeti per l'Estate (1985)
Luc Ferry - LA SAGGEZZA DEI MITI
LA SAGGEZZA DEI MITI
1. LA NASCITA DEGLI DEI E DEL MONDO
All'inizio del mondo è una divinità molto strana a emergere per prima dal nulla. I greci la chiamano 'Caos'. Non è una persona, nemmeno un personaggio. Fai conto che questa divinità primordiale non ha nulla di umano: non ha corpo, né viso, ne tratti caratteristici. In verità è un abisso, un buco nero, all'interno del quale non s'incontra nessun essere identificabile. Nessun oggetto, nulla che si possa distinguere nelle tenebre assolute che regnano in senso a ciò che, in ultima analisi, è solo un totale 'disordine'. E poi, all'inizio di questa storia, non esiste ancora nessuno che possa vedere qualcosa: non vi sono animali, né uomini, nemmeno divinità. Non solo non esistono esseri viventi, animali, ma nemmeno cielo, sole, montagne, mare, fiumi, fiori, foreste ... Per farla breve, in questo enorme buco rappresentato dal Caos c'è l'oscurità più totale. Tutto è confuso, disordinato. Caos assomiglia a un gigantesco precipizio oscuro. E come negli incubi: se dovessi caderci dentro, la caduta sarebbe interminabile ... Ma non può accadere, perché né tu, né io, né alcun essere umano è ancora di questo mondo!E poi, tutt'a un tratto, da questo caos salta fuori una seconda divinità, senza che vi sia un vero e proprio motivo. E' una sorta di miracolo, un avvenimento iniziale e fondatore che Esiodo, il primo poeta a raccontarci questa storia, molto tempo fa, nel VII secolo a.C., non ci spiega e del resto non potrebbe: nemmeno lui ha la benché minima idea su come sia accaduto. Appare qualcosa, ecco tutto, esce dagli abissi e questa cosa è una dea straordinaria, chiamata Gea - che in greco significa 'terra'. ...
Così commentava il famoso poeta partenopeo - Rubrica
All'America sono fatti strani:
- le strade larghe le chiamano street
- le donne le chiamano women
- i cavalli li chiamano hors.
- E da tutte le parti ci sta scritto one way.
' non ci bastavano gli italiani nostri. anche i vostri ci siamo venuti a prendere '
martedì 26 maggio 2015
Daniel Pennac - COME UN ROMANZO
COME UN ROMANZO
1.Il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo 'amare' ... il verbo 'sognare' ...Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: "Amami!". "Sogna!". "Leggi!". "Leggi. Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere!"."Sali in camera tua e leggi!".Risultato?Niente.Si è addormentato sul libro. ....
Roberta Migliaccio - BALLATA DEL CUORE STANCO
Forse sei solo nascosto dietro quel nodo che hai ancora legato al tuo dito, e la donna che cerchi di fare sparire dal tuo futuro ... mi è sembrata distante ed anche scostante al sentire raccontar di menzogne, narrate, ripeto, in ogni occasione.
Va bene che i ricchi non dicono niente se porti bei sandali e non sporchi niente. Ma almeno lo sforzo di porre attenzione, se varchi la soglia senza il calzone.
(Roberta Migliaccio)
lunedì 25 maggio 2015
Sergiusz Piasecki - L' AMANTE DELL' ORSA MAGGIORE
L'AMANTE DELL'ORSA MAGGIORE
Parte prima
Sul confinesarà la pioggia a lavarcied il sole ad asciugarcila foresta ci proteggeràcontro le pallottoleed il vento soffocheràl'eco dei nostri passi.(Canzone di contrabbandieri)
1.Era la prima volta, quella, che passavo dall'altra parte. S'era in dodici: io, altri nove contrabbandieri, il 'macchinista' Giuseppe Trofida che conduceva il gruppo e l'ebreo Leo Cilinder addetto alla sorveglianza delle merci. I nostri fagotti erano leggeri; ognuno di trenta libbre, ma erano voluminosi. La merce era di quella cara: calze, sciarpe, guanti, bretelle, cravatte, pettini.Affogati nel buio eravamo seduti lungo uno stretto ed umido canale costeggiante il terrapieno sul quale correva la strada che va da Rakow al confine. Dietro di noi ammiccavano i lumi della Pomerania, davanti a noi c'era la frontiera. ...
Thomas Mann - DOCTOR FAUSTUS
DOCTOR FAUSTUS
1.Se a queste notizie sulle vicende del defunto Adrian Leverkuhn alla prima e certo molto provvisoria biografia dell'uomo diletto, così terribilmente provato, inalzato e abbattuto dal destino, alla vita del geniale musicista premesso alcune parole su me stesso e sulle mie condizioni, dichiaro in modo assoluto che non lo faccio per il desiderio di mettere avanti la mia persona. Mi induce a questo passo unicamente la supposizione che il lettore - dirò meglio, il futuro lettore, poiché per il momento non sussiste ancora la minima probabilità che questo scritto veda la luce, - a meno che, per un miracolo esso possa lasciare la nostra fortezza europea minacciata da tutte le parti a recare a quelli di fuori un vago sentore dei segreti della nostra solitudine; - mi sia permesso di ricominciare: solo perché prevedo che si sentirà il desiderio di sapere almeno approssimativamente qualche cosa sul conto dello scrivente, solo per questo premetto alle mie rivelazioni alcune poche notizie su me stesso: non senza la tema, beninteso, di spingere proprio così il lettore a chiedersi se è in buone mani, vale a dire se io, in vista di tutta la mia esistenza, sia veramente uomo da assumermi un compito al quale mi spinge forse più il cuore che qualsiasi altra affinità giustificatrice. ...
sabato 23 maggio 2015
Mario Tobino - BANDIERA NERA
BANDIERA NERA
Il dottor Ponti, infervorato nei suoi ossessionanti pensieri, pensava appunto, mentre camminava sotto i portici, alla sua penosissima condizione, qualora fosse bocciato all'esame di stato, e suo padre, che era operaio, avrebbe dovuto mantenerlo ancora per un anno, e cosa avrebbe fatto in quell'anno, e l'onta che patirebbe, e la miseria accresciuta per sua causa, e il pericolo di bocciare anche l'anno dopo; e intanto che nella mente aveva inamovibili questi pensieri, scrollava con le larghe spalle il passante di destra e quello di sinistra, tenendo la fronte leggermente inclinata verso terra,e, data la sua robustezza, la tonda testa che continuava nel collo senza diminuire di spessore, a chi lo avesse guardato con fantasia sarebbe sembrato un ariete che sta occhieggiando per precipitarsi e poi dare il colpo..Eravamo nel 1936, nella piena del fascismo, e lontanissime erano le speranze alle quali afferrarsi perché il fascismo cadesse.Mentre il Ponti così procedeva, gli capitò di incontrarsi col giovin gerarca Parisi, che era nella stessa apparente situazione e cioè un giovane medico laureato da pochi giorni e che però, per esercitare, doveva anche Lui sostenere 'esame di stato, esame quanto mai pericoloso per la vastità della materia su cui i giovani laureati sono interrogati.
Alfredo Oriani - GELOSIA
' l'indiscreto amore per il possesso'
(Roberta Migliaccio)
GELOSIA
1.Nell'afa del meriggio Mario sollecitava colla frusta il grasso cavallo.La strada, larga e dritta, in quell'incendio di sole sembrava confondersi col tremolio dell'aria, entro la quale la polvere, sollevandosi, metteva tratto tratto una nebbia giallognola. Il caldo era soffocante. L'ombra, ritirarsi sotto gli alberi, ne allargava la base dei tronchi, e l'erba appariva sporca sui margini dei fossi, mentre nella strada solitaria il solco dei veicoli e l'orma dei piedi si vedevano sino molto lungi, profondi quanto nel fango.Non s'incontrava anima viva. Solo il coro delle cicale, nascoste fra le fronde, seguitava a cantare con tale monotonia, che vi si sentiva sotto l'oppressione del silenzio. Poi qualche uccello, staccandosi dalla cima di un albero, sembrava gettare un lieve strido d'impazienza, e passava rapido nel sole. ...
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